… essa causerebbe danni collaterali alla salute …
Ora legale addio, ma dal 2021
Il Parlamento europeo ha approvato l'abolizione dell'ora legale.
Dal 2021 gli Stati membri dell'Unione Europea potranno
mantenere il diritto di decidere il proprio fuso orario
Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa sull'abolizione dell'ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Secondo la nuova norma, chi tra gli Stati europei deciderà di mantenere l'ora legale dovrebbe regolare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l'ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre 2021.
Il testo approvato rappresenta la posizione del Parlamento europeo nei futuri negoziati con i ministri Ue per la formulazione definitiva della normativa. In risposta alle iniziative dei cittadini, nel febbraio 2018 il Parlamento ha chiesto alla Commissione di valutare la direttiva sull’ora legale e, se necessario, presentare una proposta di revisione della stessa. A seguito della valutazione, che ha ricevuto 4,6 milioni di risposte con l’84% favorevole a porre fine ai cambiamenti di orario, la Commissione ha presentato la proposta, che dovrà essere concordata tra il Parlamento e il Consiglio per entrare in vigore.
Ma perché cambiare ora, spostare le lancette avanti e indietro? Quanto fa davvero risparmiare? È vero che porta scompensi fisici?
«L'orario in cui si va a letto o ci si alza non è tanto o solo uno stile di vita, ma è legato all'equilibrio del nostro organismo. Noi abbiamo un orologio biologico interno e spostarlo crea un turbamento, uno stress, soprattutto nei bambini. È una questione fisica. D'altro canto l'alternanza tra luce e buio è il principale nostro sincronizzatore naturale» spiega a Donna Moderna il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario all'Università Ludes di Malta.
Perché il no all'ora legale
A chiedere di cancellare il cambio di orario che scatta abitualmente in primavera, per terminare in autunno, sono stati soprattutto i paesi del nord Europa e quelli baltici, secondo i quali le ragioni del risparmio energetico sono ormai superate. Sono stati soprattutto loro a rispondere al sondaggio, lanciato da Bruxelles tra il 4 luglio e il 16 agosto: 4,6 milioni di risposte (un numero mai così elevato per una consultazione pubblica nell'Ue). L'80% ha risposto dicendosi favorevole all'abolizione dell'ora legale. Secondo la stampa tedesca, però, sarebbe stata soprattutto la Germania a rispondere al referendum (per quasi due terzi), col risultato che il campione non sarebbe rappresentativo di tutti i cittadini europei. D'altro canto 4,6 milioni di persone sono poco più degli abitanti di Roma e hinterland.
Si risparmia davvero?
Secondo Terna, il gestore della rete elettrica italiana, nel 2017 l'ora legale ha fatto risparmiare al nostro Paese 567 milioni di kilowattora, pari al consumo medio annuo di circa 200 famiglie, quantificato in 110 milioni di euro. L'orario estivo farebbe consumare meno anche dal punto di vista ambientale, con 320 mila tonnellate in meno di anidride carbonica.
Non tutti, però, sono d'accordo. Secondo uno studio dell’Europarlamento lo spostamento delle lancette farebbe guadagnare solo lo 0,34% dell’energia consumata a livello europeo, con variazioni significative da Stato a Stato. Nei Paesi nordici, infatti, gli effetti dell'ora legale sono molto più ridotti, perché le ore di luce in estate sono maggiori per via della latitudine. Ricerche pubblicate in Norvegia e Svezia, ad esempio, stimano i risparmi rispettivamente in 16 e 30 milioni di euro, dunque molto meno rispetto a un paese come l'Italia.
In Polonia, invece, il Parlamento ha commissionato uno studio che sottolinea i disturbi fisici del cambio orario due volte all'anno e in particolare il passaggio all'orario estivo. È per questo che qualcuno avrebbe ipotizzato di lasciare libertà di decisione ai singoli Paesi membri.
Il rischio caos
Al momento del dibattito al Parlamento europeo, lo scorso febbraio, c'era stata una spaccatura. La mozione di richiesta di cancellazione dell'ora legale non aveva ottenuto la maggioranza, quindi era stata approvata un'altra mozione (con 384 sì e 153 no) che invitava "la Commissione a condurre una valutazione approfondita" della direttiva 2000/83/Ce, che dal 2001 disciplina il passaggio dall'ora solare a quella legale. Ne è seguito il sondaggio e ora l'indicazione di massima di Juncker. Ma lasciare che ciascuno Stato decida per sé è rischioso.
La commissaria Violeta Bulc si era detta favorevole a mantenere la situazione attuale, con le regole uguali per tutti i membri per evitare conseguenze negative per il mercato interno. Se i fusi orari sono uguali per tutti i Paesi a una stessa latitudine, l'idea che si possano creare differenze anche a livello longitudinale spaventa e non poco: se tra Milano e Londra esiste un'ora di differenza per via del fuso, cosa potrebbe succedere introducendo variazioni anche tra la stessa Milano, Berlino e Parigi?
Ma l'ora legale "fa male" alla salute?
Più volte i pediatri hanno sottolineato gli scompensi che il cambio di orario ogni sei mesi provocherebbe in particolare sui bambini. Dalla difficoltà ad addormentarsi, ai disturbi del sonno veri e propri, a una maggiore fatica nel concentrazione e più irritazione, che comunque anche gli adulti spesso accusano.
«Il sistema di alternanza sonno-veglia è regolato dal nostro cervello, in particolare dall'epifisi, che a sua volta risente della luce e influisce su tutti gli organi. È un meccanismo delicato, che coinvolge anche la termoregolazione, la produzione dell'ormone cortisolo e altri processi, che con il passaggio da ora solare a ora legale rischiano di sregolarsi» spiega Italo Farnetani.
Da davvero un'ora influisce così tanto? «Se si fa tardi alla sera una volta ogni tanto, come al sabato, non succede nulla di grave: si può facilmente recuperare il giorno dopo o si accuserà un po' più di sonno o mal di testa. Nel caso del passaggio da ora solare a ora legale e viceversa, invece, è il ritmo quotidiano che viene alterato. Si tratta di un fatto eccezionale, che porta a una cambio nell'organismo non di un giorno o due, ma per sei mesi. Dopo questo lasso di tempo, poi, tutto va riregolato un'altra volta» spiega Farnetani.
Ma in una società dove le giornate sono sempre più lunghe e non si segue più l'alternanza biologica luce-buio, ha senso preoccuparsi per il cambio d'ora? «Spostare le lancette avanti o indietro di un'ora non significa necessariamente andare a letto quando fa buio. È il fatto di cambiare i ritmi bruscamente che porta scompensi» aggiunge l'esperto.
Meglio l'ora legale o l'ora solare?
Se fosse lasciata ai singoli Stati la possibilità di scegliere, cosa sarebbe meglio? «Io personalmente sono anni che propongo di lasciare l'ora legale e abolire quella solare» - spiega ancora Farnetani - «Questa ci permette di guadagnare un'ora di luce in più al mattino, ma ce la toglie nel pomeriggio, con il risultato che quando si esce dall'ufficio o da scuola o dalla palestra alle 16 è come se fosse notte. Io penso che quell'ora ora di luce in più farebbe più comodo al pomeriggio, per andare al parco, a fare sport o stare con gli amici, permetterebbe una maggiore vita all'aria aperta, cosa fondamentale soprattutto in questa società così sedentaria. Consentirebbe anche di aumentare la sintetizzazione della vitamina D» spiega il docente.
Perché è stata creata l'ora legale
Introdotta per la prima volta nel 1916 in Gran Bretagna è stata successivamente adottata anche da altri Paesi e si è rivelata utile soprattutto in tempo di guerra. In realtà fu per primo fu Benjamin Franklin a coltivarne l'idea nel 1784, tanto da ipotizzare questo cambiamento proprio per risparmiare energia. In Europa il passaggio dall'ora solare a quella legale avviene nell'ultima domenica di marzo, mentre il ritorno a quella solare viene fissato in ottobre.
Oggi, però, non tutti sono d'accordo sull'utilità reale di questo doppio cambio. Secondo uno studio dell'Università della California, ad esempio, l'ora legale a poco servirebbe in estate quando le temperature elevate portano comunque a maggiori consumi elettrici dovuti all'uso di condizionatori, spesso anche durante le ore notturne, e al fatto che le persone stanno sveglie più a lungo. Risultati analoghi sono giunti da una ricerca del 2014, commissionata dalla Direzione trasporti e mobilità dell'Ue alla Icf International. Altri studi confermano che il risparmio sarebbe soltanto dello 0,5% sui consumi elettrici nazionali.
Altre due analisi, condotte in Belgio e in Olanda, porterebbero invece a individuare un aumento degli incidenti stradali al momento del ritorno all'ora solare, pur senza riuscire ad individuare un legame diretto tra i due fattori. Stesso risultato era stato raggiunto anche da una ricerca della University of Colorado, che ha calcolato un incremento del 17% degli incidenti durante il periodo dell’ora legale.
Fonte
Ora legale: i 5 effetti collaterali del cambio
Un cambiamento che fa risparmiare energia,
ma che per molti si traduce in fatica, stress e malessere.
Come forse avrete letto, in queste ore, al Parlamento europeo si sta discutendo dell'ora legale. Gli eurodeputati dovranno infatti valutare approfonditamente la questione, dopo che alcuni gruppi avevano chiesto alla commissione di cancellare l'ora legale. Il motivo? Turbare due volte all'anno l’orologio interno degli individui porta danni alla salute.
La ricerca scientifica dà ragione ad alcune delle lamentele più comuni su questa convenzione (adottata definitivamente in Italia nel 1966 dopo essere stata introdotta come misura per il risparmio energetico durante la prima e la seconda guerra mondiale) e aggiunge sostanza alla teoria che l'ora legale "fa male" alla salute.
1. Si dorme peggio. Che la notte in cui entra in vigore l'ora legale si dorma un'ora di meno è un fatto ovvio. Poco male, verrebbe da dire. Il problema è che il debito di sonno non è limitato a quel giorno soltanto. Il periodo di transizione è per la maggior parte delle persone assai più lungo e vale sia per il passaggio dall'ora solare a quella legale sia viceversa. Si dorme meno e il sonno è più disturbato, come ha evidenziato uno studio su Neuroscience Letters.
L'impatto dell'ora legale sul nostro organismo è dovuto al ritmo circadiano, l'orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo. La melatonina, una delle sostanze coinvolte, viene sintetizzata quando è buio, e favorisce il sonno. Il problema con l'ora legale è che il sole sorge più tardi, rendendo più difficoltoso l'instaurarsi del modo "veglia". Mentre di sera la luce dura più a lungo, confondendo di nuovo l'organismo sul tempo giusto per mettersi in modalità "riposo". Le più sensibili agli effetti tipo "jet lag" dell'ora legale pare siano le persone che tendono a svegliarsi più tardi; i mattinieri ne risentono di meno. Alcuni impiegano fino a tre settimane per abituarsi, per altri basta un giorno.
2. Addio alla concentrazione. Meno sonno, o sonno disturbato, significa anche perdita di concentrazione e di produttività al lavoro. Uno studio sul Journal of Applied Psychology del 2012 ha rivelato che con l'ora legale c'è un aumento "drammatico" della quantità di tempo che le persone perdono a "cyberoziare" ovvero a navigare su siti che niente hanno a che fare con il lavoro. Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato i dati sulle ricerche di siti della categoria "intrattenimento" forniti da Google per il lunedì successivo all'entrata in vigore dell'ora legale negli Stati Uniti. Rispetto al lunedì precedente, gli americani fanno il 3 per cento di ricerche in più legate a siti che hanno poco a che fare col lavoro, tipo YouTube o Facebook.
Secondo un altro studio svolto in Indiana, Stati Uniti (dove fino a poco tempo fa le singole contee potevano scegliere di aderire o no all'ora legale), gli studenti delle contee che avevano appena portato avanti le lancette ottenevano punteggi del due per cento più bassi nel test SAT, l'esame di ammissione al college. Sembra poco, ma può bastare per vedersi precludere l'ingresso alle università più prestigiose.
3. Incidenti in macchina. È un fatto accertato che gli incidenti mortali diminuiscono nel periodo in cui è in vigore l'ora legale, in primavera, estate e inizio autunno, probabilmente perché c'è più luce quando la gente è in strada al ritorno dal lavoro. C'è però un'eccezione: il lunedì in cui l'ora legale entra in vigore. Quel giorno se ne registrano lo stesso numero o anche di più, probabilmente perché c'è più gente assonnata (e distratta) alla guida. Uno studio fatto sui minatori segnala anche un aumento di incidenti sul lavoro: accadono più spesso e sono più gravi quando le lancette vengono messe in avanti.
4. Cuori impazziti. Secondo diversi studi, nella prima settimana di ora legale c'è un picco di attacchi di cuore. Si sa che il rischio di infarto è più alto al mattino rispetto ad altri momenti del giorno, probabilmente perché al risveglio il sistema cardiovascolare deve adattarsi rapidamente a vari cambiamenti. L'ora persa, forse, aggiunge stress a stress, e aumenta per le persone a rischio le probabilità di incorrere in un attacco. I medici suggeriscono a chi soffre di cuore di adattarsi gradatamente al cambio di orario, anche solo un quarto d'ora alla volta.
5. Più suicidi. Uno studio condotto in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di ora legale, e in quelle successive al ritorno all'ora solare. Secondo i ricercatori, anche un piccolo cambiamento nei ritmi cronobiologici può portare a effetti devastanti nelle persone più vulnerabili.
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